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Dispositivi intrauterini, l’Aifa: rischio di perforazione basso ma non escluso

L’industria farmaceutica ungherese Gedeon Richter, produttrice del Benilexa, in accordo con l’Agenzia Italiana del Farmaco ha diffuso i risultati di uno studio europeo di sorveglianza attiva sui dispositivi intrauterini (URAS-IUD, European Active Surveillance Study for Intrauterine Devices), eseguito in sei Paesi europei e che ha incluso oltre 61.000 donne. Una nota informativa della stessa Aifa, datata 20 giugno 2018, specifica che «l’analisi ha dimostrato che la percentuale di perforazione intrauterina osservata con gli IUC è bassa: essa si è verificata approssimativamente in 1 caso su 1.000 inserimenti». Inoltre, è stato possibile constatare che «i fattori di rischio più importanti di perforazione uterina sono stati l’allattamento al seno al momento dell’inserimento e l’inserimento del dispositivo nelle 36 settimane successive al parto, indipendentemente dal tipo di IUC inserito». In terzo luogo, è stato evidenziato che «la IUC ha un’elevata efficacia contraccettiva: lo studio ha riaffermato che i benefici della IUC continuano a superare i rischi per la maggior parte delle donne, incluse quelle che stanno allattando o che hanno partorito di recente». Ciò nonostante, l’Aifa ha fornito alcune raccomandazioni ai professionisti della salute: è bene infatti informare le pazienti sul rischio di perforazione e specificarne i sintomi, ovvero «intenso dolore pelvico dopo l’inserimento (di intensità maggiore dei crampi mestruali); incapacità di verificare la presenza di fili; dolore o crescente sanguinamento dopo l’inserimento, che continua per più di qualche settimana; improvvisi cambiamenti delle caratteristiche delle mestruazioni; dolore durante i rapporti sessuali». Inoltre, è necessario specificare alle donne «come deve essere effettuato il controllo dei fili e che se non riescono a verificarne la presenza, specialmente se presentano un forte dolore, devono sottoporsi ad un check-up». Infine, esiste la possibilità che la perforazione avvenga in modo soltanto parziale. In questo caso, «anche se i fili sono ancora visibili, se è presente dolore intenso dopo l’inserimento è bene eseguire un’ecografia di controllo».