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Pillola del giorno dopo, Capri (Federfarma Verona): «Servono informazione e consapevolezza»

Un incremento delle vendite del 670% per il principio attivo Ulipristal acetato e del 36% del Levonorgestrel, dall’entrata in vigore della normativa che consente la vendita dei prodotti anticoncenzionali senza prescrizione medica alle donne maggiorenni. E’ questo il bilancio di un sondaggio di lungo termine, curato da Federfarma Verona, somministrato a 84 farmacie di Verona e provincia.
I dati, forniti in forma anonima, hanno preso in esame l’arco temporale contenente i sei mesi precedenti e quelli successivi all’entrata in vigore della normativa sulla dispensazione di farmaci anticoncezionali.
Per Federfarma Verona si tratta di «un’impennata che sfiora il 700%», riguardante la vendita dei cosiddetti “intercettivi”. «La ricerca – spiega l’associazione dei titolari di farmacia di Verona e provincia -, recentemente presentata al convegno veronese “Donne protagoniste della propria salute: la medicina di genere importanza dell’informazione e della prevenzione” organizzato dalla Commissione Pari Opportunità della Provincia di Verona presieduta dall’avvocato Silvia Zenati, ha fatto emergere dati poco rassicuranti sulla profilassi sessuale della popolazione».
Secondo Federfarma Verona, anche i dati nazionali divulgati dall’Istituto Superiore di Sanità, dimostrano un «incremento delle malattie sessualmente trasmissibili con 1 milione di nuove infezioni al giorno, 4.000 nuovi casi di infezioni da HIV all’anno e un calo del consumo di preservativi pari al 13% dal 2007 al 2016 che relega l’Italia agli ultimi posti della classifica dei Paesi europei per quanto riguarda l’utilizzo del profilattico».
Arianna Capri, vicepresidente di Federfarma Verona, sottolinea che «i dati anonimi che abbiamo acquisito grazie alla rilevazione effettuata da ogni singola farmacia sono da analizzare con grande attenzione perché fanno emergere tendenze igieniche e comportamentali ad altissimo rischio, soprattutto nella fascia di popolazione che va dal 15 ai 24 anni. Secondo la nostra ricerca che ha preso in esame un periodo di 12 mesi a cavallo dell’entrata in vigore della cosiddetta “liberalizzazione” alle donne maggiorenni dei due farmaci, l’utilizzo della “pillola del giorno dopo” ha subito un’impennata soprattutto per quanto riguarda il prodotto con principio attivo Ulipristal acetato che può essere assunto fino a 5 giorni dopo il rapporto sessuale a rischio. Mentre per il farmaco a base di Levonorgestrel (farmaco che va assunto entro le 72 ore) l’aumento, sempre nel secondo semestre, è stato del 16%».
A destare preoccupazione, secondo la dirigente, «è l’“abitudine” all’utilizzo di questo metodo che dovrebbe essere solo ed esclusivamente emergenziale per molti motivi primo fra tutti la massiccia carica ormonale che viene assunta dalla paziente. Per quanto riguarda inoltre l’atteggiamento che spesso percepiamo in farmacia alla base di questa decisione, si apre una ancora più vasta considerazione sull’attitudine superficiale nei riguardi della salute sessuale: calo dell’utilizzo dei preservativi, maggiore inclinazione a metodi anticoncezionali empirici, scarsa informazione, incapacità di riconoscere e valutare i sintomi di una infezione sessuale».
Capri spiega che «la farmacia assume in questa circostanza un ruolo fondamentale perché i farmaci SOP, senza obbligo di ricetta come appunto la “pillola del giorno dopo” per le maggiorenni, devono essere supportati da una significativa azione di informazione all’utenza ad opera dei farmacisti ed è, peraltro, per preservare al massimo la salute delle donne che non possono assolutamente essere commercializzati via Internet».