Pazienti affetti da gotta, uno studio dimostra l’utilità dei farmacisti
Uno studio pubblicato dalla US National Library of Medicine – National Institutes of Health, ha indagato quale sia l’apporto che possono garantire i farmacisti nel miglioramento dell’aderenza alle terapie, e nel rendere più efficaci le stesse, in caso di cura della gotta. L’analisi, intitolata “A Pharmacist-Led Intervention to Improve Gout Medication Adherence and Outcomes with Urate Lowering Therapy: A Site Randomized Trial”, è stata curata da un gruppo di ricercatori di differenti università degli Stati Uniti. «Abbiamo condotto – spiegano – un test randomizzato su 1.463 pazienti al fine di valutare un anno di intervento condotto da farmacisti sulle terapie più comuni per pazienti che risultavano affetti da gotta e che erano sul punto di iniziare una terapia a base di allopurinolo. L’obiettivo era di osservare quanti pazienti fossero in grado di raggiungere un tasso di urato inferiore a 6.0 mg/dl al termine del primo anno, per poi rivalutare il dato dopo ulteriori dodici mesi.
I risultati che sono stati ottenuti dalla sperimentazione indicano che «l’aderenza alla terapia è stata decisamente più alta tra coloro che hanno beneficiato dell’intervento di farmacisti». Il valore è stato indicato al 50% contro il 37% per chi non ha potuto contarvi. Allo stesso modo, anche per quanto riguarda il tasso di urato nel sangue, nei pazienti che sono stati seguiti dai farmacisti è sceso sotto alla soglia di 6.0 mg/dl nel 30% dei casi. Mentre il valore per gli altri è stato del 15%. Le conclusioni alle quali sono pertanto giunti i ricercatori indicano che «un intervento da parte dei farmacisti consente di migliorare l’aderenza terapeutica e i risultati delle cure nei pazienti». Tuttavia, gli studiosi avvisano che «occorrono sforzi ulteriori per migliorare l’impegno da parte dei pazienti affetti da gotta al fine di rendere efficaci le terapie seguite».