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Osmed, poche le novità 2020 nel Rapporto sull’uso dei farmaci in Italia

I dati relativi al 2020 illustrati dal Rapporto nazionale “L’uso dei farmaci in Italia” realizzato dall’Osmed, mostrano l’andamento di spesa e consumo farmaceutico nel 2020, sia a livello pubblico sia privato. Secondo quanto emerso, la gran parte degli indicatori sono rimasti pressoché invariati rispetto all’anno precedente. La spesa farmaceutica totale (pubblica e privata) a livello nazionale si è attestata a 30,5 miliardi di euro, in linea con quella dell’anno precedente. Nel dettaglio, la spesa pubblica ha raggiunto 23,4 miliardi di euro, rappresentando il 76,5% della spesa farmaceutica complessiva. Non si evidenziano sostanziali variazioni nemmeno per la spesa destinata a farmaci acquistati dalle strutture sanitarie pubbliche, attestatasi a 13,5 miliardi di euro. «Nel 2020 – aggiunge l’Aifa in una nota – i farmaci a brevetto scaduto hanno costituito il 67,6% della spesa e l’84,8% dei consumi in regime di assistenza convenzionata di classe A. La quota percentuale dei farmaci equivalenti, a esclusione di quelli che hanno goduto di copertura brevettuale, ha rappresentato il 20,5% della spesa e il 30,7% dei consumi».

La spesa maggiore per le cure di anziani e bambini.

Secondo l’Osmed, nel 2020 poco più di 6 cittadini su 10 hanno ricevuto almeno una prescrizione di farmaci. Le ricette mediche si sono complessivamente ridotte, complici probabilmente gli effetti della pandemia, che ha reso più difficoltoso l’accesso ad ambulatori e strutture mediche. Popolazione anziana e pediatrica sono state le categorie per le quali si registra la spesa maggiore in farmaci. In particolare, i pazienti con età superiore a 64 anni hanno assorbito oltre il 60% della spesa e circa il 70% delle dosi. In età pediatrica, invece, è stato il 35,7% della popolazione a ricevere almeno una prescrizione di farmaci e di questi, il 46,4% dei bambini era in età prescolare. I farmaci prescritti con maggior frequenza sono stati gli antinfettivi per uso sistemico e quelli per l’apparato respiratorio. Si registra inoltre un incremento del 4,2% per i farmaci del sistema nervoso centrale. In merito ai medicinali di classe C a carico del cittadino, la spesa complessiva ha raggiunto circa 5,7 miliardi di euro nel 2020, mantenendo i livelli del 2019. Di tale somma, una quota del 57,8%, pari a 3,3 miliardi di euro, è relativa a farmaci con ricetta e il 42,2% (2,4 miliardi) a farmaci di automedicazione (Sop e Otc), comprensivi di quelli erogati negli esercizi commerciali. Considerando solo i farmaci di automedicazione, la spesa maggiore è stata quella relativa a diclofenac, ibuprofene e paracetamolo.

Gli effetti della pandemia: meno antibiotici, ma più aderenza.

Sempre presumibilmente come conseguenza della pandemia, si registra una riduzione del 21,7% degli antibiotici rispetto al 2019: la diffusione dei dispositivi di protezione individuale può infatti aver ridotto la trasmissione delle infezioni batteriche. Un incremento del 23,6% si evidenzia invece per i consumi del vaccino antinfluenzale, oggetto a sua volta di una forte promozione per evitare che le influenze stagionali si sovrapponessero alle infezioni da Covid 19. Un dato significativo è poi la stabilità rilevata nell’aderenza terapeutica e nella persistenza al trattamento delle principali patologie croniche, che potrebbe essere dovuta all’efficacia degli strumenti usati per assicurare la continuità assistenziale anche nei momenti più critici della pandemia.