Antibiotico-resistenza, report Ecdc-Oms: «Situazione europea preoccupante»
«L’antibiotico-resistenza resta una minaccia per la salute in Europa». Queste le conclusioni tratte dall’European centre for disease prevention and control (Ecdc) e dall’Ufficio regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), alla luce dei dati del 2020 pubblicati a gennaio 2022 nel primo report congiunto delle due organizzazioni. «Con oltre 670mila infezioni batteriche resistenti ai farmaci che si verificano nella sola UE/See e circa 33mila persone che muoiono come diretta conseguenza di queste infezioni, il carico sanitario dell’antibiotico-resistenza (antimicrobial resistance – Amr) è paragonabile a quello dell’influenza, della tubercolosi e dell’Hiv/Aids messi insieme» – si legge nella presentazione del report. Viene quindi ribadita l’urgenza di correre ai ripari con strategie concrete e coordinate, che uniscono un uso ponderato degli antibiotici, maggiore igiene, prevenzione delle infezioni e campagne d’informazione più diffuse.
Antibiotico-resistenza causa di 33mila decessi all’anno
Il report sulla sorveglianza dell’antibiotico-resistenza sottolinea la serietà del fenomeno che in Europa continua a progredire, rappresentando un motivo di grande preoccupazione per la salute pubblica. L’indagine coinvolge sia le nazioni dell’Unione Europea sia quelle dello Spazio economico europeo (See) e stima una media di più di 670mila contagi dovuti a batteri resistenti agli antibiotici con conseguente morte di 33mila persone. «Questo rapporto è il primo di una serie che sarà pubblicata congiuntamente dall’Ecdc e dall’Ufficio regionale dell’Oms per l’Europa. Include i dati sull’Amr da isolati invasivi sul territorio europeo. L’analisi mostra che l’antibiotico-resistenza è diffusa nella regione, anche se la situazione varia in modo significativo a seconda delle specie batteriche, dei gruppi di antibiotici e dell’area geografica. Complessivamente nell’UE/See, le percentuali di Amr per le combinazioni di specie batteriche-gruppi antimicrobici sotto sorveglianza continuano a essere elevati».
Osservata elevata resistenza a carbapenemi, cefalosporine e vancomicina
I dati emersi delle rilevazioni mostrano, nel periodo tra il 2016 e il 2020, un aumento della resistenza ai carbapenemi nelle infezioni da Escherichia coli e Klebsiella pneumoniae (K. pneumoniae), e una resistenza alla vancomicina nelle infezioni da Enterococcus faecium. Viene poi definita preoccupante l’alta percentuale di resistenza alla terza generazione di cefalosporine e carbapenemi nella K. pneumoniae ed elevate percentuali di specie di Acinetobacter e Pseudomonas aeruginosa resistenti ai carbapenemi in diversi paesi della regione europea. «L’antibiotico-resistenza sta minacciando la vita e i mezzi di sussistenza in tutto il mondo – dichiara Hans Henri P. Kluge, direttore regionale per l’Europa dell’Oms -. Nonostante i significativi progressi, a più di cinque anni dal lancio del Piano di azione globale contro l’Amr e oltre dieci anni dopo l’adozione del Piano strategico europeo sulla resistenza agli antibiotici, molti degli obiettivi in questi programmi richiedono ancora urgentemente la nostra attenzione e il nostro impegno. Ciò è in parte dovuto agli effetti dirompenti della pandemia da Covid-19 sui sistemi sanitari e sui servizi nella regione europea dell’Oms. Aumentare gli sforzi per contrastare l’Amr come priorità a livello regionale è parte integrante del Programma di lavoro europeo dell’Oms (2020-2025), così come a livello internazionale attraverso l’attuazione del tredicesimo Programma generale di lavoro dell’Oms (2019-2023)».