Farmacisti vaccinatori, confronto della Fip tra aree geografiche
L’International pharmaceutical federation (Fip) ha pubblicato un resoconto di quanto emerso da diverse tavole rotonde regionali sull’attuale situazione dei vaccini in farmacia e sulle sfide per espandere il servizio nelle zone con maggiori difficoltà. Il testo, intitolato “Regional challenges and enablers to leveraging pharmacists as vaccinators. Outcomes from a series of regional roundtables”, passa in rassegna, per ogni regione geografica del mondo, le esigenze vaccinali della popolazione e le risposte dei sistemi a esse. Vengono approfonditi i sistemi normativi, la formazione degli operatori sanitari, le collaborazioni interprofessionali, le sfide e le barriere da superare. La Fip parte dal presupposto che i vaccini sono in grado di prevenire molte malattie, migliorando la salute delle persone e permettendo al sistema sanitario di risparmiare costi per le cure. Estendere l’accesso ai vaccini e differenziare i professionisti sanitari in grado di somministrarli sono, secondo la Federazione, due punti chiave su cui lavorare.
Il contributo dei farmacisti
Vari paesi hanno esteso alle farmacie la possibilità di somministrare i vaccini, agevolando così l’accesso alla vaccinazione per la popolazione. La Fip sottolinea che «con un’adeguata formazione, i farmacisti acquisiscono le competenze per svolgere una serie di ruoli che possono contribuire in modo significativo a migliorare la copertura vaccinale, fornendo consulenza basata sull’evidenza e affrontando lo scetticismo sui vaccini. I farmacisti possono inoltre somministrare le dosi e gestire i registri». Da quanto emerge nel testo della Fip, però, sono ancora diversi i paesi nei quali i farmacisti non hanno la possibilità di conseguire l’abilitazione a vaccinare. «Sebbene i farmacisti abbiano somministrato vaccini in diversi paesi per anni, questo ruolo è ancora nuovo o addirittura sconosciuto alla professione in molte parti del mondo. È importante sottolineare che quando supportati da appropriati quadri normativi, protocolli e formazione, i farmacisti possono anche prescrivere i vaccini adatti a determinati individui, rendendo così il percorso vaccinale più semplice ed efficace, in particolare per adulti e anziani».
I regolamenti spesso fanno ancora da barriera
La regolamentazione professionale è spesso il primo ostacolo che impedisce ai farmacisti di diventare vaccinatori. A questo proposito la Fip sottolinea che «è essenziale garantire che la forza lavoro della farmacia, dal punto di vista della regolamentazione professionale, sia adeguatamente formata per affrontare queste nuove sfide e che siano presenti le strutture e le condizioni appropriate per garantire la fornitura di servizi di vaccinazione sicuri e di qualità ai pazienti e alla comunità». Il confronto tra farmacisti di aree geografiche diverse permette di individuare possibili percorsi di collaborazione interprofessionale nell’ambito dei servizi vaccinali. «I farmacisti – prosegue la Fip – sono disponibili e accessibili per supportare in sicurezza vari gruppi di popolazione permettendo di raggiungere più elevati tassi di copertura vaccinale. Ciò vale in particolare per i soggetti che potrebbero essere a maggior rischio di malattie prevenibili con il vaccino, compresi gli anziani e le persone che vivono con malattie non trasmissibili, o gruppi difficili da raggiungere che spesso interagiscono meno con i sistemi sanitari».