Carenze, Adf: «Bene che anche le Regioni partecipino al Tavolo del ministero della Salute»
«Abbiamo apprezzato l’istituzione del Tavolo al ministero della Salute, e ne condividiamo totalmente l’importante e comune obiettivo di analizzare a 360 gradi la situazione, coinvolgendo tutti gli attori interessati. Proprio per questo ci sembra utile che anche le istituzioni regionali siedano al Tavolo e partecipino al confronto. Sarebbe più che opportuno allo scopo di armonizzare sul territorio le iniziative di contrasto alle criticità per l’approvvigionamento dei farmaci e far sì che siano effettivamente le più utili e adatte allo scopo». Sono le parole di Walter Farris, presidente dell’Associazione distributori farmaceutici (Adf), a margine di una missiva inviata all’attenzione del ministero della Salute, nella quale la sigla ha chiesto che al Tavolo ministeriale sulle carenze sia prevista anche la presenza delle istituzioni regionali.
Le iniziative regionali per il fenomeno dei farmaci carenti
Secondo quanto motivato da Adf, la lettera «scaturisce dalle recenti iniziative di qualche regione in cui gli organismi di vigilanza sono invitati a intensificare le già numerose verifiche circa le modalità e le prassi di approvvigionamento dei farmaci adottate da distributori e farmacie. Secondo il presidente Farris «tali iniziative a macchia di leopardo sul territorio non potranno che confermare quanto da tempo ampiamente segnalato da tutte le sigle della filiera: sulla disponibilità di diversi farmaci nel ciclo distributivo impattano significativamente fattori esterni al comparto e ben noti a tutti (scarsità di materie prime, escalation dei costi per l’’energia e i carburanti, etc.)». In tale direzione «già dallo scorso febbraio, infatti, si iniziavano a registrare importanti ritardi nella consegna delle merci ai produttori e distributori e, di conseguenza, anche Adf segnalava crescenti complessità per assicurare rifornimenti completi alle farmacie secondo modi e tempi consueti». Farris ha poi ricordato che «nei mesi seguenti ci univamo alle altre sigle della filiera per segnalare che il fenomeno si faceva sempre più critico, e necessitava dell’attenzione delle istituzioni in una logica di sistema».
Distributori intermedi servizio pubblico essenziale
Farris ha ribadito che «sembra diventare sempre più complesso mantenere la sostenibilità del servizio pubblico essenziale che le aziende distributrici del farmaco assicurano al Ssn, alle farmacie e ai cittadini. Non bastava la sotto-remunerazione che ci viene imposta dalla normativa e per la quale attendiamo interventi e misure eque da oltre un decennio, oggi ci troviamo ad affrontare insieme agli altri partner di filiera anche criticità legate alla disponibilità dei medicinali». Il presidente ha infine sottolineato che «il servizio pubblico essenziale svolto dai distributori intermedi (art. 1, comma 1, lett. s e art. 105 del D.Lgs 219/2006) implica che nei nostri magazzini dobbiamo garantire in permanenza un assortimento di medicinali sufficiente a rispondere alle esigenze del territorio, e ciò avviene nei limiti di cui i predetti medicinali siano forniti dai titolari di Aic. È quindi in un’ottica di sostegno all’intero comparto e a tutela dei cittadini di ogni località del Paese, che riteniamo indispensabile ragionare, condividere dati e valutare iniziative in maniera sistemica con le Istituzionale nazionali (Ministero, Aifa, Nas, Mmg), tutti gli attori della supply-chain, ma anche con le Istituzioni regionali che operano nei territori».