Effetti della luce sull’umore: una ricerca spiega il perché
Le variazioni stagionali della luce naturale così come le fonti di luce artificiale hanno un impatto significativo sull’umore delle persone. Un gruppo di scienziati della Brown University di Rhode Island, Stati Uniti, ne ha analizzato le cause. Lo studio, pubblicato dalla National Academy of Science, ha dimostrato che alcune regioni della corteccia cerebrale coinvolte nell’elaborazione cognitiva e nell’umore sono sensibili all’intensità della luce. Tale scoperta ha importanti implicazioni sulla comprensione dei disturbi dell’affettività, caratterizzati da un’alterazione anomala dell’umore, del senso di euforia (stati maniacali) e della tristezza (stati depressivi).
I nuovi approcci per il trattamento
Jerome Sanes, autore principale della ricerca e professore di neuroscienze alla Brown University: “L’identificazione della connessione luce/umore e la comprensione della sua funzione potrebbero promuovere lo sviluppo di nuovi approcci per il trattamento della depressione, sia mediante farmaci, stimolazioni cerebrali non invasive, oppure tramite una terapia con fonti luminose”. I risultati si basano su ricerche precedenti del coautore dello studio David Berson, che nel 2002 scoprì nell’occhio umano cellule fotosensibili dedicate principalmente alla percezione dell’intensità della luce (e non alla “visione di oggetti o di forme”). Ulteriori studi hanno evidenziato il collegamento tra cellule retiniche fotosensibili, corteccia prefrontale e regolazione dell’umore in alcuni animali.
Cambiamenti dell’illuminazione ambientale
I ricercatori della Brown University hanno quindi voluto appurare se fosse così anche negli esseri umani, individuando 26 regioni del cervello umano in cui l’attività è diminuita o aumentata in base all’intensità della luce. È noto che i cambiamenti nell’illuminazione ambientale che non hanno necessariamente nulla a che fare con la forma o la visione dell’oggetto influenzano varie funzioni di base, come i ritmi circadiani (ovvero i nostri ritmi biologici ciclici, come l’alternanza sonno/veglia), i riflessi visivi, l’umore e la probabile elaborazione cognitiva. Tuttavia, prima di questo studio non era ancora chiaro come i segnali luminosi raggiungessero determinate aree del cervello umano.
I risultati dello studio
“I risultati del nostro studio offrono un collegamento funzionale tra l’esposizione alla luce e le risposte cognitive e affettive mediate dalla corteccia prefrontale”, ha affermato Sanes. A questo punto, occorre confrontare gli effetti della luce su persone sane rispetto a quelli riscontrabili su persone con disturbi dell’umore, verificare se la luce attiva le medesime aree cerebrali e, in tal caso, se esse siano più o meno sensibili alle fonti luminose. Ogni passo avanti compiuto dalla ricerca in materia sarà utile allo sviluppo di cure dei disturbi dell’umore sempre più sofisticate.