Effetto Brexit, saranno evitate le carenze dei medicinali?
Come comunicato in un precedente articolo ai propri lettori, il Governo italiano, in vista della possibile fuoriuscita del Regno Unito dall’Unione Europea senza un processo di ratifica del relativo accordo, ha predisposto un documento, indicante, tra le altre, le possibili conseguenze che tale scenario avrebbe provocato all’Italia. Tra queste, anche quelle riferite ai prodotti farmaceutici, dispositivi sanitari, sperimentazioni cliniche e sostanze di origine umana. A distanza di qualche settimana, l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) e l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), hanno predisposto e divulgato un documento contenente le risposte alle principali domande, al fine di valutare in via preventiva e gestire le possibile conseguenze dell’uscita senza ratifica dell’accordo. In particolar modo, per consentire alle aziende presenti nel Regno Unito di apportare delle modifiche per tempo e continuare a fornire alcuni medicinali nell’Ue.
Il documento di quattro pagine cerca di rispondere a varie domande, tra queste, alcune di natura generica, riservate alle aziende produttrici: «Che cosa sta facendo l’UE/EEA per evitare la carenza di medicinali dovuta alla Brexit?», «Cosa succede se non c’è un accordo e un’azienda non può apportare modifiche regolatorie in tempo?», «Può l’UE/EEA obbligare le Aziende ad applicare queste modifiche regolatorie ai loro medicinali?». Altre, invece, di possibile interesse per le farmacie. In particolare, la domanda «Se un’azienda apporta le modifiche necessarie, questo garantisce la fornitura del medicinale?», a cui le Agenzie rispondono che «anche se le aziende avranno adottato le misure regolatorie necessarie, potrebbero comunque esserci problemi al di fuori del controllo dell’Ema, della Ce o degli Stati Membri dell’Ue/Eea che potrebbero incidere sulla fornitura di medicinali (ad esempio ritardi al confine in caso di mancato accordo). Alle Aziende è stato chiesto di garantire che siano predisposti accorgimenti per minimizzare la possibilità di interruzione delle forniture». Inoltre, la domanda «Quali medicinali sono a rischio di carenza nell’Ue/Eea?», a cui le Agenzie rispondono che «mentre i negoziati sulla Brexit sono in corso e le Aziende stanno ancora apportando i necessari cambiamenti, è difficile indicare al momento quali farmaci sono a rischio di carenza». A tal proposito, si legge nel documento, «se in qualsiasi momento verrà confermata una carenza specifica per un medicinale, le autorità regolatorie dei medicinali renderanno pubbliche queste informazioni secondo le consuete modalità. Ciò potrà comprendere raccomandazioni per pazienti, personale sanitario, allevatori e proprietari di animali domestici». Comunicazione che, spiegano le agenzie «sarà pubblicata sul sito web dell’EMA e / o delle autorità nazionali. Il seguente link consente di accedere all’elenco delle carenze stilato da EMA e alle liste pubblicate dalle autorità nazionali (solo medicinali per uso umano)».
Infine, un’ulteriore domanda, anch’essa di particolare interesse per le farmacie italiane, riguarda l’eventuale possibilità di richiedere un maggior rifornimento di medicinali presso i propri fornitori. In questa direzione, le Agenzie fanno sapere che non è necessario richiedere un quantitativo maggiore di medicinali, in quanto «i medici prescrittori regolano attentamente la fornitura di medicinali ai bisogni dei pazienti. È importante che tu riceva solo la tua fornitura abituale e che i professionisti sanitari non prescrivano o acquistino forniture aggiuntive, al fine di prevenire inutili disagi per il sistema di fornitura. Per gli stessi motivi, le autorità non consigliano ai veterinari di prescrivere o agli allevatori e ai proprietari di animali domestici di acquistare più della loro normale fornitura di medicinali». In allegato a questo articolo, il documento integrale, disponibile anche sul sito ufficiale dell’Aifa, al link seguente.