Omega-3, dall’Ema stop per prevenzione malattie cardiache
Come noto, l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) aveva fatto sapere di aver avviato una rivalutazione dell’uso dei medicinali a base di acidi grassi omega-3 in pazienti che hanno avuto in precedenza un infarto, ciò «a seguito di indagini che mostrano come questi medicinali, da assumere per via orale, possano non prevenire la ricorrenza di malattie cardiache o ictus».
Dopo aver analizzato i dati dello studio “GISSI Prevenzione”, condotto nel 1999, che supportava l’iniziale autorizzazione dei medicinali a base di acidi grassi omega-3, associati ad altri medicinali, per la prevenzione secondaria dopo infarto miocardico, insieme ad altri studi di coorte retrospettivi, studi clinici randomizzati controllati più recenti e risultati di meta-analisi, il comitato dell’EMA ha concluso che «sebbene non siano sorti nuovi problemi di sicurezza, il rapporto rischio/beneficio di questi medicinali nel prevenire la recidiva di malattie cardiache o ictus è ora negativo».
I medicinali a base di acidi grassi omega-3 erano stati autorizzati in diversi paesi dell’Unione europea a partire dall’anno 2000. Alla data, i dati disponibili avevano dimostrato alcuni, seppur modesti, benefici nel ridurre gravi problemi cardiaci e circolatori. Successivamente si sono aggiunte ulteriori informazioni che non hanno però confermato tali effetti benefici, di conseguenza è partito l’iter di revisione dell’autorizzazione voluto proprio dall’Ema su richiesta dell’Agenzia svedese.
La decisione finale dell’Ema coinvolgerà tutti i pazienti che fanno uso di medicinali a base di acidi grassi omega-3 in sinergia con altri farmaci per la prevenzione secondaria dopo infarto miocardico o per evitare la ricorrenza di altri problemi circolatori. Tali pazienti riceveranno un consiglio dal medico curante, circa le eventuali terapie sostitutive da seguire. Lo stop, in ogni caso, non coinvolge il consumo di acidi grassi omega-3 in assoluto. L’Agenzia ha infatti precisato che «questi medicinali – si legge – possono ancora essere utilizzati per ridurre i livelli di alcuni tipi di grassi presenti nel sangue, chiamati trigliceridi». Ne consegue che la decisione finale della Commissione europea non influirà sull’utilizzo di farmaci a base di acidi grassi omega-3 per la cura e il trattamento della ipertrigliceridemia.