Sedi farmaceutiche in Campania, la giunta: «No ad affidamento con criteri discrezionali»
Sembrerebbe concludersi con un lieto fine, per chi quelle sedi le aspetta da concorso, la vicenda dell’affidamento discrezionale, da parte dei Comuni, delle sedi farmaceutiche istituite con il concorso straordinario farmacie voluto da Mario Monti nell’ambito del decreto Cresci Italia. La questione, portata alla luce nel marzo del 2018 da Maurizio Manna, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Benevento e delegato regionale della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi), vedeva alcune amministrazioni comunali assegnare “discrezionalmente”, ovvero senza evidenza pubblica, alcune sedi farmaceutiche in attesa di assegnazione. Ciò attraverso l’emanazione di ordinanze sindacali ad hoc che portavano i Comuni alla gestione di sedi farmaceutiche rese vacanti, assegnandole a farmacisti non aventi diritto e scavalcando quindi coloro che avrebbero potuto veder assegnata una determinata sede farmaceutica perché in attesa del regolare svolgimento del concorso. Come è noto infatti, l’assegnazione di una sede, può avvenire mediante due modalità. La prima riguarda la gestione provvisoria, il cui procedimento è stato messo in atto dalla Regione Campania nel gennaio del 2018, mentre, la seconda, temporanea, nel caso in cui venga riscontrato un imminente carattere di urgenza. Proprio sfruttando il presunto carattere di urgenza, diversi sindaci campani avevano emanato delle ordinanze sindacali “contigibili ed urgenti”, portando l’assegnazione delle sedi ai non aventi diritto ma a diversi soggetti.
Ebbene, dopo un’azione di “sensibilizzazione” verso le autorità regionali, a distanza di un anno dalla messa in luce della problematica, la direzione generale per la Tutela della salute e il coordinamento del Sistema sanitario regionale della Campania ha inviato una nota, datata 27 marzo 2019, ai sindaci dei comuni della regione, a tutti gli Ordini professionali, ai direttori delle Asl, nonché a Federfarma e ad Assofarm. Con tale documento la Regione ha «riscontrato che in seguito a revisione da parte dei Comuni della pianta organica delle farmacie relativa all’anno 2018, alcune amministrazioni hanno inteso procedere alla revoca delle sedi a suo tempo istituite ai sensi della legge 27/2012», ciò alla luce del fatto che «molte volte non è neanche giustificata da una diminuzione della popolazione, sia in rapporto al quorum intero (una farmacia ogni 3.300 abitanti), sia di quello parziale (superiore al 50% del quorum intero), rispetto a quanto al tempo indicato dei Comuni stessi». Questi ultimi, motivando la propria scelta per «il mero carattere “discrezionale” del provvedimento, a parità di condizioni demografiche». Precisando quindi che «in previsione dell’imminente conclusione delle procedure concorsuali di assegnazione delle sedi farmaceutiche, si invitano i comuni ad un’attenta e coerente lettura delle norme di riferimento, prima di esprimersi», e concludendo che «le sedi farmaceutiche istituite ai sensi della legge 27/2012, anche se successivamente soppresse, laddove venissero nuovamente istituite devono essere assegnate ai farmacisti partecipanti al concorso stesso».